1. gruppo 4 giorni 5-6-7

    AvatarBy volimTuzla il 29 Aug. 2016
     
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    Buonasera cari,
    tornati oggi da Sarajevo diamo brevemente conto degli avvenimenti degli ultimi giorni

    Sabato 27 08
    Abbiamo impiegato la prima parte della mattinata per recuperare le attività non svolte dai bambini assenti dell'orfanotrofio, quindi abbiamo scritto nuove storie da mimare alla festa, ne abbiamo poi mimate altre scritte da noi precedentemente, il gioco scelto è il sempreverde "chi ha paura dell'italiano" per il resto la mattinata è trascorsa nell'attesa della festa.

    Detta sublime ricorrenza è stata attentamente preparata con l'aiuto di Ado e Mina, abbiamo montato i vari gazebo e svolto attività di animazione con 1: laboratorio di costruzione di acchiappasogni che, grazie all'impegno della signorina Sarti con costanza e alienazione manuale da fare invidia a un cinese di Prato, ha riscosso un grande successo coinvolgendo anche alcuni bambini esterni che sono stati accompagnati lì dai genitori. 2 laboratorio teatrale con mimo delle storie precedentemente scritte. 3 pittura delle maschere di giornale realizzate con i palloncini, attività che ha a sua volta coinvolto alcuni bambini di Tuzla ma nel complesso non troppo riuscita e risoltasi senza maschere prodotte o portate a casa. 4. Un laboratorio di frottage con gli elementi che si trovavano nel parco anch'esso riuscito positivamente.

    Sull'esito complessivo della festa dobbiamo evidenziare sia aspetti positivi che negativi, certamente è stato importante, anche a giudizio di Irfanka, poter avere l'occasione di un palco per esporre le attività di Amica all'attenzione del pubblico, della cittadinanza e delle istituzioni, va infatti segnalata la presenza del sindaco che è stato fotografato accanto ad Irfanka sorridente, e ad altre creature mitologiche come Re Tvrtko sceso dal trono, il mostro di Lochness e due unicorni.
    Per quello che riguarda il nostro stile di lavoro, gli scopi che ci diamo e i metodi che ci contraddistinguono il risultato ci ha lasciato qualche dubbio; preferiamo lavorare su prospettive di lungo periodo invece di focalizzare l'attenzione su eventi conclusivi che restano meno produttivi nel rapporto con i bambini e possono esporli alla pressione della prestazione, in più la nostra difficoltà nel gestire la situazione in pochi ha fatto sì che non sempre i nostri bambini di Mihatovici e dell'orfanotrofio si sentissero protagonisti come vorremmo.

    Domenica 28 08
    Sarajevo, Sarajevo la città dove l'oriente incontra l'occidente, Sarajevo con i suo tramonti che scendono lentamente dalle colline come rosse coltri invernali, Sarajevo con le sue dolci discese verso le valli e i bazar colorati, ma soprattutto Sarajevo dove Renzo parcheggia in pendenza di 45 gradi con mano tremante ma cuore fermo come una roccia in mezzo al traffico della mattina e a intraducibili imprecazioni bosniache.
    Il primo dei nostri incontri istituzionali si è svolto con le femministe islamiche dell'associazione Nahala che ci espongono le loro attività: si tratta di un gruppo di donne nato dopo la guerra che cercava di ricostruire il tessuto sociale del paese e soprattutto di migliorare le precarie condizioni della donna. Ora hanno una grande sede in Sarajevo e altre in altre città, nelle loro sedi svolgono attività come conferenze, lezioni di lingua o di cultura, seminari sull'Islam e sulla lettura del Corano, ma offrono anche servizi quali una biblioteca specializzata su Islam e questioni di genere, una palestra e programmi di escursioni e soprattutto corsi per l'inserimento sociale e professionale delle donne finalizzati all'emancipazione, il gruppo riunito a consiglio ha deliberato che ci piacciono per la loro attitudine costruttiva.
    Siamo poi stati ospiti di Valentina Pellizzer, femminista, attivista politica e amante dei gatti amica di Renzo. Valentina ci ha parlato un po' della sua esperienza, a tratti deludente per quanto appassionata, di militante in Bosnia, dove la politica è ostaggio di rancori, corruzione e atteggiamenti clientelari che si diffondono nella povertà. Altro tema portante è stata la condizione della donna in Bosnia, ancora subalterna e spesso considerata come oggetto su cui si esercita il potere dell'uomo o si riverberano nella loro forza i condizionamenti sociali imposti da modelli di vita consumistici.

    Lunedì 29 08
    Quelli di noi che non erano in preda agli spasmi per una misteriosa sindrome intestinale che ha aleggiato per tutto il viaggio debilitando ora questo ora quello dei nostri validi volontari hanno incontrato il generale Divjak nella sede dell'associazione con la quale si occupa di tutelare orfani e individui a vario titolo socialmente svantaggiati. Divjak ci ha illustrato con entusiasmo le attività di animazione estiva organizzate dall'associazione e le borse di studio che riescono ad erogare; dopodiché ha dedicato parole amareggiate allo stato dell'educazione in Bosnia dove i bambini vanno a scuola con programmi e orari separati a seconda delle appartenenze culturali. Resta un progetto da auspicare il superamento, anche nell'educazione, delle divisioni che affliggono la Bosnia.
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